Il 16 dicembre 2024 il “Comitato Nazionale per la Bioetica” (CNB) – l’organo di governo preposto ad esprimersi sulle implicazioni etiche e giuridiche di questioni di medicina e salute pubblica – ha pubblicato la propria risposta alla domanda posta dal Ministero della Salute riguardo l’“eticità” dell’utilizzo della triptorelina come sospensore della pubertà all’interno dei percorsi di affermazione di genere per persone minorenni.
Per contestualizzare, la triptorelina è un farmaco in uso medico dal 1986 per svariate condizioni dove si ritiene necessario abbattere la produzione ormonale del corpo, in modo completamente reversibile. L’utilizzo più comune che ne viene fatto è di ritardante della pubertà cosiddetta “precoce”, e a questo scopo viene prescritta a migliaia di persone cisgender di età anche inferiore agli 8 anni. Questo tipo di utilizzo è ritenuto “sicuro” e non viene minimamente nominato e messo in discussione, né in Italia né in quei paesi (quali la Gran Bretagna, i paesi scandinavi e diversi stati conservatori degli Stati Uniti) dove invece i governi, in particolare grazie all’alleanza tra forze reazionarie “classiche” e movimento TERF, sono riusciti in tutto o in parte a vietare la terapia di sospensione puberale per l’affermazione di genere delle persone trans minorenni.
L’unico ospedale in Italia dove era possibile farsi seguire in una terapia di sospensione della pubertà era il centro-medico ospedaliero Careggi di Firenze, su cui dai primi mesi del 2024 il senatore Gasparri (Forza Italia) ha lanciato una campagna di indagine ministeriale. Questa campagna si inserisce nel quadro di un’erosione progressiva della libertà di autodeterminazione delle persone trans e di genere non conforme messa in atto in molti paesi occidentali, a cui il governo Meloni non poteva che aderire. Le interrogazioni in merito del senatore Gasparri sono state tre, con relative due risposte. La fase successiva è stata la richiesta di un parere al Comitato Nazionale di Bioetica “sull’utilizzo della triptorelina nel caso di diagnosi di ‘disforia di genere’”.
Il primo elemento che ci preme far notare è che nel Comitato Nazionale per la Bioetica tutte le cariche presidenziali sono attualmente occupate da medici e professori che lavorano in ospedali e università di proprietà della Santa Sede (Casa Sollievo Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Università Cattolica Sacro Cuore di Roma), con due eccezioni nel Capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma ed in un professore di diritto penale militante di Alleanza Cattolica.
Nella risposta che ha prodotto sulla questione della triptorelina, il Comitato ha affermato che gli studi su questo tipo di terapia siano ad oggi insufficienti, che i loro esiti siano contraddittori, e sostanzialmente auspica un regime sperimentale per la terapia così oneroso in termini di personale, organizzazione e risorse da mettere fuori gioco la possibilità di portarlo avanti realmente. Ma come sono giunti a queste conclusioni? Il documento fa un utilizzo estremamente capzioso delle fonti, citando studi controversi e ampiamente criticati, e tratteggia realtà inesistenti. Ad esempio, lascia intendere che in Italia la triptorelina venga elargita alle persone minorenni con estrema facilità, mentre i dati mostrano che in cinque anni sono state soltanto 9 le persone trans minorenni trattate al Careggi in fase pre-puberale con il suddetto farmaco.
Data l’inconsistenza degli elementi messi in campo, non troviamo utile controbattere sul loro stesso terreno “scientifico”. Ciò che ci preme sottolineare è il desiderio, che trasuda da questo testo impregnato di ideologia, di reprimere quella che viene considerata una “devianza” di genere. Secondo il CNB il blocco della pubertà sarebbe una terapia dal valore incerto, perché la maggior parte delle persone che ne usufruiscono deciderebbero poi, da maggiorenni, di iniziare un vero e proprio percorso di transizione tramite terapia ormonale: ribaltanto la logica comune, per cui questo dovrebbe confermarne la validità, il sottinteso dell’affermazione del CNB è che la transizione di genere sia un qualcosa da evitare a tutti i costi, ed il criterio per valutare l’efficacia della terapia consiste in quante persone NON intraprenderanno in seguito percorsi di transizione di genere. A questo scopo, il Comitato afferma che per salvaguardare la consapevolezza del consenso delle persone che decidono di sospendere la propria pubertà, queste andrebbero sottoposte a maggiori valutazioni ed eventualmente a “terapie” psichiatriche, e solo se queste ultime non dovessero far desistere la persona dall’andare avanti allora si potrebbe procedere con la prescrizione del farmaco. Una visione così profondamente patologizzante della varianza di genere da far tremare decenni di lotte trans per l’autodeterminazione, con la velata minaccia di tornare a un sistema clinico per cui l’identità trans sarebbe da considerarsi un’inversione delle tendenze naturali da evitare a tutti i costi, che delegittimerebbe la nostra stessa esistenza e aprirebbe le porte a terapie di “conversione” di ogni tipo, come in realtà sta già avvenendo all’ospedale Gemelli di Roma.
La natura profondamente ideologica di questi attacchi istituzionali alle terapie di sospensione della pubertà utilizzate dalle persone trans minorenni è dimostrata dal fatto che gli stessi trattamenti con la triptorelina per le giovani persone cisgender non sono messi in discussione, nonostante i numeri siano ampiamente superiori e l’età in cui vengono prescritti sia di molto inferiore. Se non fosse abbastanza chiaro, si tratta quindi di un intervento puramente ideologico.
Che viviamo in un mondo dove le persone trans sono sempre più bersagliate e trattate da capro espiatorio per la degenerazione della modernità ormai dovrebbe essere evidente a chiunque. In questo quadro il ruolo della bioetica come strumento ideologico volto a giustificare la stretta del controllo statale sui corpi è innegabile. La morsa della repressione transfobica si estende sempre più, a partire dalle persone minorenni, infantilizzate e assoggettate in ogni ambito delle loro vite, e in nome delle quali si giustificano le peggiori atrocità e una morsa sempre più soffocante da parte del potere statale. Il risultato sono disposizioni che vanno proprio a reprimere i soggetti reali al posto dei quali si sta prendendo voce. Si svela così come questi discorsi che si pretendono a “difesa dei bambini” parlino in realtà di un’infanzia idealizzata e strumentalizzata per fini politici, dal momento che non si confrontano in alcun modo con i bisogni reali degli individui in questione ma anzi li reprimono nel diniego ideologico.
Ora la decisione finale spetta a un “Tavolo tecnico interministeriale” composto da 29 membri che dovrebbe pronunciarsi ad aprile 2025. Il tutto è sempre avvolto da un’estrema opacità, in cui non è possibile sapere quando iniziano i lavori, quando si riuniscono, né accedere alle consultazioni. Intanto Repubblica, il 19 marzo 2025, citando fonti interne non specificate, ha pubblicato alcune anticipazioni, secondo cui la prescrizione del farmaco non dovrebbe venire sospesa ma “soltanto” inserita all’interno di protocolli sperimentali e maggiormente attenzionata. Marina Terragni, nota TERF insignita pochi mesi fa della carica di Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza del governo Meloni, segnando un preciso piano politico di attacco alle persone trans da parte del governo, invita a non cantare vittoria, sottolineando come le due figure storiche del team multidisciplinare del Careggi, l’endocrinologa Alessandra Fisher e la psicologa Jiska Ristori – che con il loro lavoro lo rendevano uno dei pochi centri in Italia con un approccio più affermativo e solidale – non ne facciano più parte. Gli ostacoli frapposti in ogni modo dal governo stanno intanto provocando al Careggi una serie di disservizi reali, ritardi e interruzioni nelle prescrizioni che stanno impattando sia i percorsi delle persone minorenni sia di quelle adulte prese in carico.
Tutto questo non ci sorprende. Per quanto la questione venga rivestita da un’aura di dibattito etico e scientifico, nei paesi dove la triptorelina è stata vietata o limitata questo non è avvenuto a causa di conclusioni frutto del dibattito scientifico né in conseguenza di nuovi dati che ne evidenziavano rischi o reazioni avverse gravi, ma a causa della virata verso l’estrema destra dell’orientamento politico del governo. È esattamente quanto sta accadendo anche in Italia.
Invitiamo pertanto le persone solidali a mantenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo, a denunciarlo in ogni occasione possibile e a contrastare in ogni modo l’avanzata del fascismo, il cui obiettivo è restringere ulteriormente i già risicati spazi di libertà di chiunque non sia inquadrabile o sia di ostacolo al suo ordine capitalista, suprematista bianco ed etero-patriarcale!